"Benevolenza, giustizia, etichetta, correttezza, saggezza e sincerità sono le sei virtù fondamentali del perfetto Kendoka non solo per diventare un grande combattente ma anche un grande uomo..."

La corretta postura nel Kendo

Vi segnalo di seguito un interessante articolo scritto da Riccardo Borracino, Naturopata,  Riflessologo e nostro praticante kendoka.
Buona lettura.




La Postura nel Kendo



Tutti gli sportivi e soprattutto chi si dedica al KENDO sa dell’importanza che riveste un buon assetto posturale.
L’uomo, diversamente da tutti gli altri mammiferi, nella sua evoluzione, ha assunto una posizione eretta che gli ha dato la possibilità di usufruire nel tempo di due arti superiori, indispensabili per l’utilizzazione degli utensili. La possibilità di utilizzare gli utensili o strumenti è il punto di partenza per lo sviluppo delle capacità psicomotorie.
Però se da un lato vi è un grosso vantaggio nel poter utilizzare due arti liberi, dall’altro ha reso più complicata la stazione eretta in quanto deve essere assicurata dai due soli arti inferiori.
La stabilità nel soggetto avviene tramite una serie d’adattamenti, di servo controlli e contrazioni muscolari mirate al mantenimento costante del baricentro e della postura del soggetto rispetto all’ambiente esterno. 


Tra i principali recettori, determinanti una corretta postura ci sono:
  • il recettore oculare
  • il recettore tempo-mandibolare
  • il recettore podalico.

Durante il loro funzionamento possono creare disturbi più o meno manifesti che alterano la postura.
Quindi ne emerge come lo studio e l’ottimizzazione della postura può contribuire all’aumento delle performance di un Kendoka come di un altro qualsiasi atleta. Oltretutto uno schema fisiologico bilanciato previene gli infortuni. Al contrario, una postura scorretta risulta usurante (nella deambulazione stessa), dispendiosa a livello energetico e non confortevole.

Gli allenamenti nel KENDO, per questo, prevedono una preparazione fisica molto intensa, volta a migliorare lo stato fisico generale, donando maggiore tonicità muscolare, velocità, resistenza, coordinazione e capacità di concentrazione. Infatti, molti sono i movimenti educativi volti proprio a migliorare la postura, esercizi individuali e a coppie per aumentare il senso del ritmo e di giusta distanza, tecniche di combattimento prestabilito o libero per sviluppare capacità d’equilibrio dinamico.
Maggiore attenzione sarà posta nel educare il praticante al controllo della postura del tronco, con esercizi mirati a potenziare il tratto lombare e cervicale, zone più delicate ed esposte a maggiore rischio. E comunque fin dalle prime lezioni viene fatto un buon lavoro sul miglioramento della respirazione, fattore determinante per il buon approccio alle tecniche.

Il Kendoka esprime al massimo le proprie potenzialità sempre nel rispetto della propria fisiologia corporea, utilizzando il minimo delle proprie energie, e questo perché combina la sua capacità di stare immobile ed eretto e di muoversi alla massima velocità senza disperdere forze. Proprio come nell’equilibrio della cultura orientale che si realizza praticamente nel continuo divenire di “yin e yang” e viceversa.



Le tre parole chiave sono:
- Solidità scheletrica
- Flessibilità tendinea
- Rilassamento muscolare.

Secondo la cultura cinese solo in questo modo è possibile ottenere la “forza interna”, la longevità e il miglioramento della propria postura.

Riccardo Borraccino – Naturopata e Riflessologo

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