L'aspetto impassibile e taciturno che colpisce al primo incontro lascia il posto alla cordiale e rispettosa espressione di chi conosce profondamente la propria materia di studio ed ama infonderla negli altri, con umiltà e passione.
Così è apparso al suo ingresso nel Dojo, il Sensei Junji ENDO, giapponese, classe 1952, cinquantaquattro anni trascorsi ad apprendere la forma più tradizionale dell'antichissima arte schermistica nipponica, per l'occasione Master Teacher dello stage internazionale di Kendo organizzato durante l'ultimo fine settimana di novembre dalla Scuola Kendo Taranto, presso la palestra del Liceo Classico “Quinto Ennio”.
Coadiuvato dalla Maestra Maria SILVIA, anch'essa del Nishinohara Kendojo di Roma, e introdotto dal Maestro Cataldo SCHIAVONE della Scuola tarantina, in un silenzio irreale, rotto solo dal ronzio dei neon, il Maestro Endo, ha saputo regalare ai partecipanti, un ritorno alle origini di questa arte marziale, che nella sua odierna evoluzione sportiva ed agonistica, ha lasciato sfuggire, spesso inconsapevolmente, il significato simbolico primigenio di un combattimento tra kendoka, ovvero: quello che il filo della spada divide con un fendente è la vita stessa dalla morte.
Ciò appare chiaro già dalle prime parole del Sensei: “Prima di ingaggiare un duello dovete osservare con attenzione il vostro avversario, intuire il suo stato d'animo e le sue motivazioni. Non occorre sfoderare la spada se non è strettamente necessario.”.
Un concetto tipico della filosofia orientale, citato già nel IV secolo A.C. dal generale cinese Sun Tzu nel suo “L'arte della Guerra”, espressione di quella tradizione culturale che ha nel Taoismo, nel Confucianesimo e nel Buddismo (assunto poi nella cultura Zen giapponese) le sue radici.
Giunto ai nostri giorni trascendendo il piano dell'utilità bellica per elevarsi regola di vita, lo studio di questo antico trattato militare è posto oggi al fianco dell'analisi de “Il Principe” di Machiavelli nei corsi di economia e strategia politica dei più importanti atenei mondiali.
Giunto ai nostri giorni trascendendo il piano dell'utilità bellica per elevarsi regola di vita, lo studio di questo antico trattato militare è posto oggi al fianco dell'analisi de “Il Principe” di Machiavelli nei corsi di economia e strategia politica dei più importanti atenei mondiali.
L'incontro tra duellanti, insomma, deve essere quanto di più lontano da un susseguirsi di colpi inferti con furia cieca, ma deve intendersi come l'applicazione di una strategia nata dalla sensibilità e dall'intuito.
Nei due giorni di questo importante appuntamento, oltre alle interessantissime considerazioni filosofiche, non si è tralasciato l'aspetto più fisico della disciplina, curato sin dalle basi della postura, del movimento e dell'utilizzo delle lame, dal volto sorridente del Sensei Endo.
Lo stage si è chiuso con il ringraziamento di tutti i partecipanti e in particolar modo degli allievi della Scuola Kendo Taranto allo staff degli insegnanti, con l'impegno a ripetere quanto prima la preziosa esperienza.
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